CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA
saggezza popolare
Conosci il detto “chi semina vento raccoglie tempesta”?
Potrebbe essere ciò che ti succederà se sei un forfettario autonomo e in questi anni hai aderito alla riduzione contributiva del 35%.
Non capita tutti i giorni ai lavoratori autonomi di poter beneficiare di una riduzione contributiva e, quando questo succede, come nel caso di quella prevista dall’art. 1 comma 111 della legge 205/2015, la tentazione è quella di fare festa perché si risparmiano un po’ di soldini.
La legge consente, a chi ne fa richiesta entro il 28 febbraio di ogni anno, di pagare i contributi con una riduzione del 35%.
Ciò significa che se un commerciante paga normalmente ogni anno contributi sul minimale per circa 4.000,00€, grazie alla riduzione ne pagherebbe 2.600,00.
Un bel risparmio, no?
Eppure potrebbe non essere una scelta così conveniente e il rischio è di accorgersene troppo tardi.

Vediamo perché, quella che a prima vista sembra la festa del salvadanaio, rischia di diventare un incubo:
1) SE NON PAGHI NON HAI: l’anzianità contributiva non è più di 52 settimane ma di 33 per ogni anno in cui si aderisce alla riduzione. Quindi non si ha più un anno intero di contribuzione, ma solo 8 mesi. Ciò significa che quando sulla soglia dei 65 anni si andrà disperatamente a cercare tutte le scappatoie per anticipare la pensione, non si potrà contare su un’anzianità contributiva adeguata, oltre che avremo un importo di pensione ancora più basso di come sarebbe avendo pagato i contributi pieni.
2) CHI PIÙ SPENDE MENO SPENDE: la determinazione del reddito nel regime forfettario non avviene come nella normale contabilità: ricavi meno costi, ma il reddito viene determinato appunto forfettariamente sui ricavi, senza ammettere in deduzione i costi. L’unico elemento ammesso in deduzione sono, guarda un po’, i contributi pagati. Quindi attenzione: si risparmia sul versamento dei contributi, ma aumentano le imposte sostitutive che dobbiamo versare allo Stato. Peccato che i contributi versati tornino direttamente nell’assegno pensionistico, mentre le imposte pagate non et detto che tornino, e soprattutto non direttamente.
Cosa bisogna tenere in considerazione per non sbagliare?
Intanto vale una premessa fondamentale che è bene che tutti comprendiamo: non esiste una situazione uguale ad un’altra, prima di prendere queste decisioni è bene consultare un esperto di Previdenza che sia in grado di fornire una consulenza personalizzata che prenda in esame tutti gli aspetti individuali.
Guarda caso noi Big Five ne abbiamo addirittura due, Consulenti del lavoro, che forniscono una consulenza previdenziale “Taylor-made”: cucita su misura in base all’obiettivo che il cliente desidera.
Ma soprattutto, se tu che leggi sei un commercialista che non si occupa di previdenza, non essere timido e non aver fretta di suggerire al tuo cliente di aderire alla riduzione contributiva come “metodo breve per risparmiare”, perché il risparmio potrebbe diventare una corda al collo!
Prima di decidere, chiamaci per una consulenza Taylor-made e sarai l’eroe del tuo cliente, invece che il professionista-incubo che gli comunica solo quando c’è da pagare!